Nella giornata di studio su “La sostenibilità in
agricoltura” , svoltasi il 5 Dicembre 2019 all’Accademia dei Georgofili, si è
più volte fatto riferimento ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile concordati
dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (Sustainability Development Goals – the
United Nations www.un.org).
Obiettivi, tutti, estremamente importanti, precisi, puntuali
e quindi totalmente condivisibili. Questi obiettivi affrontano le principali
emergenze a livello planetario e fra queste vi è anche la degradazione del
suolo di cui viene fatto accenno non in un obiettivo suo specifico ma
all’interno dell’obiettivo 2 “Fame zero” dove, preso atto della rapida
degradazione delle risorse naturali, fra cui il suolo, si raccomanda, fra
l’altro, un’agricoltura sostenibile e dell’obiettivo 15 “Vita sulla terra” dove
viene proposto di “proteggere, recuperare e promuovere l'uso sostenibile degli
ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, combattere la
desertificazione, arrestare il degrado del suolo e fermare la perdita della
biodiversità”.
Così come sono presenti due obiettivi specifici che
riguardano altrettante emergenze e sfide del futuro come l’acqua (Obiettivo 6)
e i cambiamenti climatici (Obiettivo 13), forse sarebbe stato opportuno ed
efficace dare anche maggiore visibilità al precario stato di salute di questa
risorsa inserendo un obiettivo specifico proprio sulla protezione del suolo,
per sensibilizzare maggiormente l’opinione pubblica sulla sua importanza.
Certo è un parere che può derivare da una sorta di
“deformazione professionale” ma che è supportato da una serie di dati e cifre
inconfutabili:
Dal suolo
dipende oltre il 95% della produzione di cibo.
Nel mondo
ogni mezz’ora se ne perdono 500 ha per le cause più diverse (erosione, inquinamento,
cementificazione, ecc.).
Oggi oltre
il 33% dei suoli mondiali è affetto da forti limitazioni per la produzione di
alimenti e nei paesi industrializzati le terre da destinare all’agricoltura
sono ormai limitatissime.
Per formare
1 cm di suolo fertile necessitano dai 100 ai 1000 anni a seconda del clima, del
substrato litologico (cioè della roccia sottostante al suolo), dell’impatto
antropico, ecc.
La
biodisponibilità per le colture di elementi nutritivi viene regolata dai
microrganismi del suolo che mineralizzano la frazione organica ed essi vivono
nei primi 5 cm di suolo.
Nel suolo
troviamo oltre il 90 % della biodiversità del pianeta in termini di organismi
viventi.
La
degradazione del suolo causa anche un deterioramento di altri eco-servizi come
la qualità dei prodotti e del paesaggio.
Il centro
di ricerche della Commissione Europea ha pubblicato una Nuova edizione
dell'Atlante mondiale della desertificazione, dal quale emerge che “oltre il
75% delle terre emerse sono già degradate e potrebbero esserlo oltre il 90%
entro il 2050”.
Dall’inizio
degli anni ’80, in Italia, si sta verificando un decremento della capacità
produttiva del suolo in oltre il 10% delle terre coltivate.
Nonostante questi dati impressionanti sembra che al suolo
non venga rivolta l’attenzione che merita in termini di salvaguardia ambientale
e di sicurezza alimentare, anche se qualche segnale di presa di coscienza della
gravità del problema ultimamente si percepisce. A questo proposito fa piacere
ricordare che il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel suo intervento
in occasione della Giornata Mondiale del suolo del 5 Dicembre u.s. ha
sottolineato che il 21% dei suoli del territorio nazionale è a rischio di
desertificazione di cui il 41% nel Centro e Sud Italia. Dati già pubblicati nel
2007 su “Atlante Nazionale delle Aree a Rischio di Desertificazione”,
realizzato nell’ambito di un progetto che fu finanziato dal Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e attuato dall’allora
CRA – Istituto Sperimentale per lo Studio e la Difesa del Suolo in
collaborazione con l’allora Istituto Nazionale di Economia Agraria (oggi
entrambi CREA).
Se davvero si vuol far fronte all’incremento di una
popolazione che nel 2050 richiederà un aumento di produzioni del 60% rispetto
all’attuale, occorrerà promuovere seriamente azioni atte ad invertire la
tendenza della progressiva degradazione del suolo, altrimenti gli obiettivi di
sviluppo sostenibile non verranno mai realizzati.
Autore: Marcello Pagliai
Fonte: Accademia dei Georgofili
Nessun commento:
Posta un commento