venerdì 12 giugno 2020

Il dramma del Psr pugliese. La misura 4.1 naufragata per via dell'IPE

Il Psr Puglia, nello specifico la misura 4.1.A, è naufragato sul criterio dell’IPE.

 

Una misura strutturale importantissima che prevedeva, tra i diversi criteri di selezione delle domande di sostegno, l’indice di performance economica.

 

Nello specifico il bando pubblicato con la determinazione 249 della Regione Puglia stabiliva, all’art. 14, dei criteri selettivi a cui veniva assegnato un punteggio; L’IPE rappresenta un indice attraverso il quale la Regione Puglia, in qualità di ente istruttore, assegnava un punteggio compreso tra 5 e 25 punti.

 

L’azienda con l’IPE avrebbe dovuto dimostrare, in buona sostanza, la quantità di incremento economico che attraverso i soldi erogati dalla misura sarebbe riuscita a produrre.

 

Il punto che le aziende hanno dimostrato tale criterio attraverso una mera autodichiarazione senza verifica preventiva da parte della Regione Puglia. In tale contesto tante aziende hanno dichiarato dati aziendali non conformi alla realtà sostanziale per garantirsi un maggior punteggio.

 

Basti pensare che nel 2018, nel lungo travaglio di questa misura, l’ente regionale su richiesta del TAR Puglia rilevava come su 652 aziende selezionate ed ammesse in graduatoria, circa 447 aziende aveva presentato dati non conformi.

 

Questo accadeva nel settembre 2018 allorquando il TAR con ordinanza cautelare n. 380/2018 imponeva alla Regione di stilare nuovamente le graduatorie della misura in oggetto. A questo punto l’ente commette l’errore fatale.

 

Infatti, in esecuzione dell’ordinanza di cui sopra, la Regione procedeva al ricalcolo del valore di performance medio ma senza estendere le verifiche a tutte le domande presentate prendendo in considerazione soltanto le aziende ammesse alla fase successiva.

 

Tale nuova graduatoria è stata impugnata e la sentenza n. 644/2020 emessa dal TAR PUGLIA ha stabilito la nullità della nuova graduatoria.

 

A questo punto la frittata è fatta.

 

Si torna alla fase iniziale della domanda, nel mentre, diverse aziende hanno già iniziato lavori e contratto mutui.

 

Il danno è incalcolabile. Lo strumento per risolvere il problema passa, adesso, attraverso un grosso impegno di concertazione dove bisognerà trovare la quadra fra le 652 aziende ammesse e quelle escluse che hanno impugnato le graduatorie.

 

Ad ogni buon conto è stato disgustoso vedere persone, animate solo da intenti speculatori politici o interessi di bottega, festeggiare per questo tracollo; in mezzo ci sono le storie ed i drammi dei produttori pugliesi che hanno ricevuto un grandissimo danno economico.

 

Più in generale è il sistema agricolo pugliese che ha ricevuto un cazzotto dritto nel muso. Dalle colonne di questo giornale non possiamo che augurarci la risoluzione di questo delicatissimo problema e fare il tifo per i nostri produttori.


Autore: Avvocato Gabriele Romagnuolo

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