“Il Pil italiano cresce dello 0,1 per cento congiunturale
nell’ultimo trimestre dell’anno e l’agricoltura, insieme all’industria, è il
comparto che ha contribuito alla ‘conquista’ di quello che è il primo segno più
dal lontano 2011. Il settore primario è riuscito quindi a invertire la tendenza
negativa segnata nei due trimestri precedenti, quando soprattutto i danni
causati dal maltempo hanno causato una flessione dell’attività nell’ordine del
-1,6 per cento”. Lo afferma il presidente della Cia, Confederazione italiana
agricoltori, Giuseppe Politi, in merito alle stime preliminari del Prodotto
interno lordo diffuse dall’Istat.
“A dispetto dei problemi che continuano a pesare sul
settore, dall’andamento climatico sfavorevole agli alti costi di produzione
alla burocrazia ‘elefantiaca’, l’agricoltura nel 2013 è comunque riuscita a
garantire produttività e lavoro, spesso in controtendenza rispetto
all’andamento generale -ricorda Politi-. In una fase di crisi nera per i
consumi alimentari (-4 per cento), il settore ha trainato l’export ‘made in
Italy’, incrementando le vendite oltre confine di cibo e bevande del 6 per
cento circa, per un valore di oltre 34 miliardi di euro a fine anno”. In più
“ha aperto nuovi sbocchi d’impresa anche per le categorie più deboli, come i
giovani. Delle 11.485 nuove imprese agricole nate nel 2013, infatti, oltre il
17 per cento ha un titolare di età inferiore ai 30 anni”.
“Chiediamo alla politica di investire sull’agricoltura -
conclude il presidente della Cia - perché può rappresentare un volano per la
ripresa del Paese. Un assunto ancora più vero in vista di Expo 2015, che
metterà al centro della scena proprio il cibo, nelle sue accezioni più diverse
(sicurezza alimentare, qualità e tradizione agricola, innovazione e
biodiversità), diventando un ulteriore fattore di accelerazione economica per
l’Italia”.
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