martedì 24 aprile 2018

Il distretto Agrumi di Sicilia attende il riconoscimento da quasi un anno: “La Ragione ci dica se vuole abbandonarci”


 La Regione dica cosa vuole fare con i Distretti produttivi. Se li ritiene una risorsa per lo sviluppo di questa terra o se ha deciso di mollarli. Non è pensabile continuare ad operare in una sorta di limbo, attenendo il riconoscimento ormai da 8 mesi”. È questo il grido d’allarme lanciato dal Consiglio d’Amministrazione del Distretto Agrumi di Sicilia, al quale siedono i presidenti dei Consorzi di Tutela delle produzioni Dop e Igp e gli esponenti di alcune delle più importanti imprese della filiera agrumicola e delle associazioni di categoria, in rappresentanza di una ampia platea di aziende e OP che aderiscono al Distretto e che rappresentano la maggior parte del comparto agrumicolo siciliano.
”Il governo deve fare delle scelte strategiche continua l'Argentati, presidente del Distretto Agrumi. Deve decidere se puntare sui Distretti come ampiamente previsto in tanti documenti ufficiali della programmazione regionale, dalla “Strategia regionale dell’innovazione per la specializzazione intelligente” al “Print Sicilia 2014-2020” sino al “PSR Sicilia” che li indicano come strumenti strategici per lo sviluppo delle filiere produttive, agroalimentari in particolare. Se è questa la volontà è quanto mai urgente avviare e rafforzare l’Ufficio Distretti, coordinare gli assessorati Attività Produttive e Agricoltura, accelerare sui riconoscimenti, consentire agli organismi distrettuali con personalità giuridica di partecipare pienamente ai bandi Po-Fesr e Psr e prevedere punteggi di vantaggio per le imprese distrettuali, creare linee di finanziamento specifiche. Se invece non è questa la volontà del governo regionale e si vuole abbandonare un lavoro di anni fatto sul territorio e anche in campo internazionale – continua Argentati – lo si dica con chiarezza in modo da evitare il prolungarsi di un lavoro estenuante e il dispendio di energie di tante realtà, consorzi di tutela, organizzazioni di categoria, produttori, commercianti, industriali, che hanno creduto e credono in questo strumento e ci si assuma la responsabilità di aver interrotto un percorso virtuoso capace di generare sviluppo
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