venerdì 25 gennaio 2019

Settore agrumicolo: dalla drammatica campagna, all’export verso la Cina


Sta per chiudersi una delle campagne più drammatiche per i piccoli agrumi italiani. In tante zone del Centro-Sud, in particolare in Calabria, nei principali bacini produttivi fino al 40-50% delle clementine è rimasto non raccolto sulle piante. Così Cia-Agricoltori Italiani, che individua nelle anomalie del clima il maggiore responsabile.

"Prima il caldo autunnale e la domanda debole hanno posticipato le operazioni di raccolta degli agrumi precoci, con conseguente sovrapposizione di calendario alle varietà tradizionali - spiega Cia -. Le violente piogge di novembre hanno poi creato non poche difficoltà di tenuta qualitativa in post-raccolta; infine il brusco calo di temperatura, con gelo e ghiaccio a gennaio, ha condizionato il prodotto tardivo". "Purtroppo ogni anno si registrano difficoltà per il comparto", rileva Cia, chiedendo "interventi di medio-lungo periodo per mettere il settore agrumi nelle condizioni di affrontare le prossime sfide: ristrutturazione del comparto, tramite l'ammodernamento e il trasferimento dell'innovazione, e soprattutto il rinnovamento varietale per un migliore orientamento al mercato; rafforzamento dell'aggregazione e del sistema organizzato, con investimenti anche nella lavorazione e conservazione del prodotto".

"Ora - osserva Cia - ci aspettiamo che si concretizzi al più presto l'impegno assunto a fine 2018 dal Sottosegretario alle Politiche agricole Alessandra Pesce per l'attuazione del Fondo agrumi e l'elaborazione del Piano di settore pluriennale. Oltre al sostegno agli investimenti e alla promozione del prodotto nazionale".

GLI AGRUMI ITALIANI PRENDONO IL VOLO PER LA CINA

Gli agrumi italiani prendono il volo per la Cina. Il ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio a Pechino ha firmato due protocolli d’intesa con il governo cinese per gli agrumi, che ora potranno essere spediti nel Paese dell’estremo Oriente anche via aereo, e per le nocciole ed erba medica, su cui è stato stretto un accordo bilaterale.

“La firma di questi accordi – ha dichiarato il ministro Centinaio – rappresenta un passo in avanti importante per la nostra agricoltura che può approcciare oggi un mercato dalle grandi potenzialità per le nostre esportazioni come quello cinese. Nel quadro dei nostri rapporti con la Cina, il settore agroalimentare ha un’importanza crescente. Ci siamo impegnati anche a far progredire la nuova trattativa sulle pere. Proseguiamo su questa strada, sostenendo in maniera forte e concreta i nostri produttori”.

Il ministro inoltre si è detto convinto che ci siano ampi margini di crescita per l’agroalimentare italiano in Cina, aumentato di poco più dell’8% nei primi 11 mesi del 2017, fino a circa 540 milioni di dollari, dopo un 2017 chiuso con una accelerata del 17%.

È “una grande vittoria del governo” e “una grande opportunità per i nostri agricoltori” ha affermato il vice premier Luigi di Maio. “Anche durante il lavoro è sempre un piacere gustarsi una bella arancia siciliana, che oggi potrà arrivare in Cona anche via aereo. Prima era vietato e potevano arrivare in Cina solo in nave, facendo perdere un sacco di soldi ai nostri imprenditori”. “Si tratta – conclude Di Maio – di una grande chances per i nostri agricoltori con i quali avevamo preso un impegno un anno fa. Una promessa che oggi diventa realtà”.



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