“Come territorio e con le nostre eccellenze possiamo fare la
riscrivere la storia. Basta crederci”
SAN SEVERO– Tutto ruota intorno a quella parola evocativa,
suggestiva e un po’ misteriosa. Frantoio Multifunzionale. E quella parola, racchiude
la visione imprenditoriale di una comunità di produttori che sta lavorando per
creare un piccolo miracolo economico. Nei luoghi fino a poco tempo fa dismessi
e abbandonati della ex Riforma Fondiaria di San Severo, nei giorni scorsi è
stato inaugurato il nuovo frantoio multifunzionale della Organizzazione di
Produttori “La Prima”, che commercializza il prodotto trasformato con il brand
commerciale “Sangue di Puglia spa”. Un investimento, quello del frantoio,
portato avanti grazie a uno slancio imprenditoriale che ha sopperito agli ormai
famosi ritardi delle pratiche legate ai programmi comunitari regionali:
l’opificio, infatti, è stato ammesso a finanziamento per i Contratti di Filiera
banditi dal Mipaaf con un progetto presentato da Italia Olivicola.
Nel giorno dell’inaugurazione, tuttavia, si lascia spazio
solo alla soddisfazione e alla motivazione per la nuova stagione olivicola:
“Perché un frantoio multifunzionale? Perché questa impresa –esordisce Orazio
Garofalo, amministratore della OP La Prima ed amministratore unico della Sangue
di Puglia s.p.a- nasce per essere trasversale, flessibile, innovativa.
Multifunzionale perché l’opificio non è solo un frantoio. E’ un contenitore da
riempire di contenuti inediti ed innovativi. Sarà un incubatore di idee, di
incontri. Lo vedo come foyer per eventi d’arte o spazio per la promozione di
eccellenze enogastronomiche da parte di chef stellati. E’ terreno fertile su
cui far germogliare la cultura: cultura d’impresa ed anche cultura di comunità.
E’ un luogo per aggregare, unendo più persone con una visione chiara del
territorio e del mondo. Ad essere multifunzionale non sarà solo il frantoio,
bensì tutta l’azienda. Ci siamo dati dei paletti come management, ma anche come
soci: siamo nati non per essere succubi dei mercati, bensì per crearlo il
mercato. Abbiamo il prodotto, abbiamo le competenze, abbiamo le persone. E’
mancata da sempre la convinzione. Se c’è quella, potremo andare avanti. I
consumatori ci chiedono solo una cosa: qualità. Siamo chiamati quindi ad un
atto di responsabilità. Come produttori sappiamo fare qualità. Ma la qualità
deve essere una ossessione non solo per chi trasforma, bensì anche per chi
produce. La qualità è un concetto di filiera. E’ condivisione: di dati,
informazioni, metodi. La qualità è partecipazione. Fare qualità è un atto
democratico votato al bene di tutti: dei consumatori e dei produttori.”Presente
alla manifestazione anche l’amministratore unico della Vueffe Consulting, che
ha gestito l’investimento all’interno del progetto per il Contratto di Filiera,
dott. Francesco Vendola, evidentemente soddisfatto dall’indirizzo della serata:
“Come non esserlo – afferma a caldo- oggi diamo tridimensionalità ad una
narrazione che aveva due dimensioni, essendo scritta su carta. Questo opificio, tuttavia, vive in quattro
dimensioni: la quarta dimensione è quella dei sentimenti che illuminano questa
splendida serata, dando colore alle parole. Essere al fianco di una comunità di
imprenditori guidata da un autentico leader, come Orazio Garofalo, è stato un
onore ed un privilegio. Ma ciò impone al mio team un ennesimo slancio
motivazionale per non fermarsi, al fine di cogliere tutte le opportunità di
sviluppo che questa terra gloriosa merita”.
“La nostra mission – conclude Orazio Garofalo - è quella di
vendere il territorio e le sue eccellenze, nello specifico sia olio che vino.
E’ la nostra stella polare che orienta tutte le azioni e le attività
all’interno di una strategia ben delineata. Il cibo e le eccellenze
agroalimentari ed enogastronomiche rappresentano il collegamento con la cultura
e con i valori dei luoghi e delle sue radici e costituiscono un'opportunità da
cogliere per rilanciare il territorio e la sua economia. Credo, infatti, che
sia proprio la ‘trasversalità’ l'elemento vincente dell'enogastronomia, che
produce un valore aggiunto per il turismo, per il commercio, per la cultura.
L’obiettivo più alto della OP –conclude- è di creare strategie di marketing
territoriale che possano far conoscere sia i nostri prodotti, sia i nostri territori
e che possano integrarsi in una visione di sviluppo condivisa dalle comunità
locali, dai produttori e dai portati di interessi. Per esportare un'immagine
vincente del territorio che possa sfociare tra qualche anno in un brand,
dobbiamo partire da ciò che costituisce la nostra identità: le eccellenze
agroalimentari. Noi siamo qui per questo, per promuovere un prodotto che,
grazie anche alle esportazioni, sta diventando simbolo del Made in Italy nel
mondo”.
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