Greenpeace ha pubblicato il rapporto “Api in
declino - le minacce agli insetti impollinatori e all’agricoltura europea”. Il
rapporto mette in evidenza l'importanza sia ecologica che economica di
proteggere e mantenere in buone condizioni le popolazioni di api e la necessità
di eliminare dalle pratiche agricole i pesticidi che le minacciano.
L’eliminazione di tali sostanze è un primo passo cruciale ed efficace per
tutelare la salute delle popolazioni di api e per salvaguardare la loro
attività di impollinazione, un servizio vitale per la produzione di cibo e per
l’ecosistema. Il rapporto “Api in declino” segna il lancio di una nuova campagna
europea di Greenpeace per salvare le api e per promuovere un'agricoltura di
stampo ecologico, in grado di produrre alimenti sani riducendo l'uso di
sostanze chimiche e fornire habitat sicuri per gli insetti impollinatori
domestici e selvatici. Il drammatico calo complessivo delle api è il risultato
di molteplici fattori: malattie e parassiti, cambiamenti climatici, pratiche
agricole di stampo industriale. In particolare alcuni pesticidi, fra i quali i
neonicotinoidi, rivestono il ruolo di veri e propri killer nei confronti degli
insetti impollinatori. Oltre ai fenomeni di intossicazione acuta che portano
alla morte immediata delle api, sono molti gli effetti sub-letali legati a
questi pesticidi, come ad esempio effetti sulla fisiologia, interferenze con la
capacità di approvvigionamento del cibo, problemi d’orientamento e l'impatto
sui processi di apprendimento. La capacità delle api di resistere a malattie e
parassiti sembra essere direttamente influenzata dalla loro esposizione a tali
sostanze tossiche, con conseguenze catastrofiche per la salute e la
sopravvivenza delle api e degli altri impollinatori naturali. Senza api sono a
rischio interi ecosistemi, l'agricoltura e la produzione alimentare. Greenpeace
ha individuato sette pesticidi che devono essere subito vietati a causa della
loro tossicità estremamente alta e degli effetti sub-letali e/o sistemici sulle
api. L'elenco comprende imidacloprid, clothianidin, thiamethoxam,, fipronil, clorpirifos,
cipermetrina e deltametrina prodotti da diverse aziende agrochimiche che
incamerano profitti significativi dall'uso massiccio di queste sostanze
chimiche in agricoltura. Secondo Greenpeace i governi europei devono sostenere
- come primo passo - il divieto dei tre neonicotinoidi come proposto dalla
Commissione europea lo scorso 15 marzo; approvare adeguati piani d'azione a
livello europeo per vietare tutti i pesticidi dannosi per le api e gli altri
impollinatori; aumentare i finanziamenti per ricerca, sviluppo e applicazione
di pratiche agricole ecologiche. In
Italia i tre neonicotinoiti oggetto della proposta europea sono già stati
sospesi dal 2008 per il trattamento delle sementi. Le stesse sostanze vengono
comunque diffuse in ambiente tramite formulazioni differenti (sotto forma di
spray per i trattamenti fogliari, e granulare per la geodisinfestazione), e lo
stesso avviene per altri insetticidi particolarmente tossici per le api. Anche
nel corso del 2012 sono stati registrati spopolamenti di alveari, in
particolare in corrispondenza di coltivazioni intensive soggette a trattamenti
con pesticidi (come mais, vite e melo).
Fonte: Aiol.it
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