mercoledì 12 giugno 2013

Piccoli comuni: una legge per salvare l'identità dei territori e fermare l'impoverimento delle aree interne



Domenica 2 giugno è tornata “Voler Bene all’Italia”, la festa ideata da Legambiente e dedicata ai piccoli comuni del nostro Paese, una festa che vuol valorizzare il loro ruolo di custodi del territorio e delle sue qualità sociali, ambientali e culturali. Sono 5.698 e in essi vivono oltre 10 milioni di cittadini. Sono i piccoli comuni, quelli con una popolazione pari o inferiore ai 5.000 abitanti, a favore dei quali Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, ha depositato una legge sottoscritta da oltre 70 parlamentari appartenenti a diversi gruppi, che inizia ora di nuovo il suo iter alla Camera. “È una legge – afferma Realacci – che ha già impegnato il Parlamento nelle passate legislature e che, purtroppo, nonostante l’approvazione a larghissima maggioranza alla Camera, anche nella passata legislatura si è poi arenata al Senato. Ora il suo iter parlamentare riprende e c’è da sperare che questa sia la volta buona. Questa, infatti, è una normativa molto attesa, non perché da sola possa essere risolutiva dei problemi aperti, ma perché indica con chiarezza una direzione ed una politica: considerare i piccoli comuni non un peso per il nostro paese, un’eredità del passato, ma una straordinaria occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e costruire il futuro. Mi auguro che la Camera proceda rapidamente con l’iter di approvazione e che altrettanto si faccia al Senato perché questa legge potrà essere uno strumento importante per un processo di valorizzazione della piccola grande Italia”. "Se non vogliamo sprecare un'opportunità decisiva per entrare con la nostra identità nei mercati globalizzati dobbiamo scommettere sui piccoli Comuni", afferma Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera e primo firmatario della proposta di legge per la tutela dei piccoli Comuni. "Per rilanciare l'economia l'Italia deve scommettere sulle cose che la rendono unica: bellezza, qualità, paesaggio, storia, coesione sociale,  legame con i territori".
Molte le misure previste dalla legge: si va dalla promozione della cablatura e della banda larga nei territori all’incentivazione della residenza nei piccoli comuni; dall’assicurare la qualità e la presenza dei servizi indispensabili come sanità, trasporti, istruzione, servizi postali, risparmio, agli interventi per il recupero dei centri storici a alla tutela del patrimonio ambientale. Assegni e borse di studio per laureandi e specializzandi che si impegnino a esercitare la professione per almeno 5 anni nelle strutture sanitarie di zone rurali e montane. Quaranta milioni di euro l'anno per gli interventi di tutela dell'ambiente e dei beni culturali, di messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e egli istituti scolastici, di promozione dello sviluppo economico e sociale dei piccoli Comuni.
Dieci milioni di euro l'anno per incentivare acquisto o possesso di immobili destinati ad abitazione principale o ad attività economiche. Per finanziare questi interventi si punta sul ruolo di guardiani delle acque e dei boschi che i piccoli Comuni svolgono. Un ruolo che acquisterà peso crescente man mano che il cambiamento climatico renderà più preziosa la risorsa acqua. I comuni potranno promuovere i prodotti tipici locali e indicare anche nella cartellonistica stradale le produzioni tipiche, così come si prevede di facilitare le procedure di cessione di beni immobiliari demaniali a favore di attività e organizzazioni del mondo del non profit. E grazie all’istituzione di un Registro Nazionale dei serbatoi di carbonio agroforestali potranno certificare la gestione sostenibile delle foreste, dei suoli agricoli e delle attività di infoltimento della vegetazione, anche in vista del raggiungimento degli obiettivi del Protocollo di Kyoto.

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