Domenica 2
giugno è tornata “Voler Bene all’Italia”, la festa ideata da Legambiente e
dedicata ai piccoli comuni del nostro Paese, una festa che vuol valorizzare il
loro ruolo di custodi del territorio e delle sue qualità sociali, ambientali e
culturali. Sono 5.698 e in essi vivono oltre 10 milioni di cittadini. Sono i
piccoli comuni, quelli con una popolazione pari o inferiore ai 5.000 abitanti,
a favore dei quali Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della
Camera, ha depositato una legge sottoscritta da oltre 70 parlamentari
appartenenti a diversi gruppi, che inizia ora di nuovo il suo iter alla Camera.
“È una legge – afferma Realacci – che ha già impegnato il Parlamento nelle
passate legislature e che, purtroppo, nonostante l’approvazione a larghissima
maggioranza alla Camera, anche nella passata legislatura si è poi arenata al
Senato. Ora il suo iter parlamentare riprende e c’è da sperare che questa sia
la volta buona. Questa, infatti, è una normativa molto attesa, non perché da
sola possa essere risolutiva dei problemi aperti, ma perché indica con
chiarezza una direzione ed una politica: considerare i piccoli comuni non un
peso per il nostro paese, un’eredità del passato, ma una straordinaria
occasione per difendere la nostra identità, le nostre qualità e costruire il
futuro. Mi auguro che la Camera proceda rapidamente con l’iter di approvazione
e che altrettanto si faccia al Senato perché questa legge potrà essere uno
strumento importante per un processo di valorizzazione della piccola grande
Italia”. "Se non vogliamo sprecare un'opportunità decisiva per entrare con
la nostra identità nei mercati globalizzati dobbiamo scommettere sui piccoli
Comuni", afferma Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente
della Camera e primo firmatario della proposta di legge per la tutela dei piccoli
Comuni. "Per rilanciare l'economia l'Italia deve scommettere sulle cose
che la rendono unica: bellezza, qualità, paesaggio, storia, coesione sociale,
legame con i territori".
Molte le
misure previste dalla legge: si va dalla promozione della cablatura e della
banda larga nei territori all’incentivazione della residenza nei piccoli
comuni; dall’assicurare la qualità e la presenza dei servizi indispensabili
come sanità, trasporti, istruzione, servizi postali, risparmio, agli interventi
per il recupero dei centri storici a alla tutela del patrimonio ambientale.
Assegni e borse di studio per laureandi e specializzandi che si impegnino a
esercitare la professione per almeno 5 anni nelle strutture sanitarie di zone
rurali e montane. Quaranta milioni di euro l'anno per gli interventi di tutela
dell'ambiente e dei beni culturali, di messa in sicurezza delle infrastrutture
stradali e egli istituti scolastici, di promozione dello sviluppo economico e
sociale dei piccoli Comuni.
Dieci
milioni di euro l'anno per incentivare acquisto o possesso di immobili
destinati ad abitazione principale o ad attività economiche. Per finanziare
questi interventi si punta sul ruolo di guardiani delle acque e dei boschi che
i piccoli Comuni svolgono. Un ruolo che acquisterà peso crescente man mano che
il cambiamento climatico renderà più preziosa la risorsa acqua. I comuni
potranno promuovere i prodotti tipici locali e indicare anche nella
cartellonistica stradale le produzioni tipiche, così come si prevede di
facilitare le procedure di cessione di beni immobiliari demaniali a favore di
attività e organizzazioni del mondo del non profit. E grazie all’istituzione di
un Registro Nazionale dei serbatoi di carbonio agroforestali potranno
certificare la gestione sostenibile delle foreste, dei suoli agricoli e delle
attività di infoltimento della vegetazione, anche in vista del raggiungimento
degli obiettivi del Protocollo di Kyoto.
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