venerdì 25 gennaio 2013

Think. Eat. Save. - Lanciata una campagna mondiale per ridurre gli 1,3 miliardi di tonnellate di cibo che vanno sprecati ogni anno



La campagna "Think. Eat. Save." nasce a sostegno di Save Food, l'iniziativa per ridurre le perdite e gli sprechi alimentari lungo l'intera catena della produzione e del consumo alimentare - gestita dalla Fao e dall'organizzazione di commercio equo e solidale Messe Dusseldorf - e nell'ambito dell'iniziativa del Segretario Generale dell'Onu Fame Zero. Questa nuova campagna pone al centro specificatamente gli sprechi alimentari da parte dei consumatori, della distribuzione e dell'industria turistica. La campagna si avvantaggia dell'esperienza di organizzazioni come Wrap, Feeding the 5,000 ed altre che lavorano per eliminare gli sprechi di cibo, e che hanno una notevole esperienza nell'individuare e cambiare pratiche di spreco alimentare. "Think. Eat. Save." punta ad accelerare gli interventi, e a fornire una visione globale e la condivisione delle informazioni sulle iniziative in tutto il mondo, sul portale www.thinkeatsave.org. Un terzo di tutto il cibo prodotto va perduto.
Secondo i dati della Fao, a livello mondiale, circa un terzo di tutto il cibo prodotto, per un valore approssimativo di mille miliardi di dollari, va perduto o sprecato lungo la produzione e il consumo. Le perdite alimentari avvengono per lo più a livello della produzione - raccolto, trasformazione e distribuzione - mentre gli sprechi di cibo avvengono in genere a livello di dettaglianti e di consumatori. Gli sprechi dei paesi industrializzati superiori a tutta la produzione dell'Africa Sub sahariana "Insieme possiamo ribaltare questa inaccettabile tendenza e migliorare le condizioni di vita. Nei paesi industrializzati, circa metà di tutto il cibo viene dissipato - circa 300 milioni di tonnellate - perché produttori, distributori e consumatori eliminano alimenti che sono ancora buoni per essere consumati", ha dichiarato José Graziano da Silva, Direttore Generale della Fao. "Questo è più del totale netto della produzione alimentare dell'Africa Sub sahariana, e sarebbe sufficiente a nutrire i circa 870 milioni di persone che soffrono la fame nel mondo". L'Unione Europea ha preso in esame la questione degli sprechi alimentari e la Commissione Europea ha dato tutto il suo appoggio all'iniziativa.
"Nell'Unione Europea ci siamo prefissi l'obiettivo di dimezzare lo spreco di cibo commestibile entro il 2020 e per la stessa data eliminare quasi del tutto le discariche". La Commissione l'anno prossimo intende presentare proposte sulla sostenibilità dei sistemi alimentari con una grande attenzione agli sprechi di cibo, ha dichiarato Janez Potočnik, Commissario Europeo per l'ambiente. "Un minore spreco di cibo porterebbe a un uso più efficiente della terra, ad una gestione migliore delle risorse idriche, ad un impiego più sostenibile del fosforo ed avrebbe ripercussioni positive sul cambiamento climatico. Il nostro lavoro è assolutamente in linea con questa iniziativa", ha aggiunto. Nei paesi industrializzati la parte finale della catena alimentare ha un ruolo molto più importante. A livello d’industria alimentare e distribuzione al dettaglio grosse quantità di cibo vanno sprecate a causa di cattive pratiche, standard di qualità che danno troppa importanza all'apparenza, confusione sulle etichette di scadenza e consumatori che buttano via cibo ancora buono per il consumo a causa di acquisti di cibo eccessivi, tecniche di conservazione inappropriate e pasti troppo abbondanti. Si calcola che lo spreco pro-capite a livello di consumatore in Europa, nel nord dell’America e in Oceania, sia di 95/115 kg l'anno, mentre nell'Africa Sub sahariana, nel sud e sudest asiatico oscilli soltanto tra i 6 e gli 11 kg l'anno. Affinché la campagna possa raggiungere il suo enorme potenziale, è necessario che tutti siano coinvolti - le famiglie, i supermercati, le catene alberghiere, le scuole, i club sportivi , le associazioni, come pure amministratori delegati, sindaci e leader mondiali.

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