lunedì 21 gennaio 2013

Turismo: istruito Piano strategico per lo sviluppo


Presentato il Piano strategico del Turismo dal ministro del Turismo, Piero Gnudi, che ha svolto nel Consiglio dei ministri del 18 gennaio una relazione sui contenuti e sulla metodologia di lavoro che ha portato alla stesura del primo "Piano strategico per lo sviluppo del turismo in Italia". E il Consiglio dei ministri ha preso atto del lavoro istruttorio finora fatto.
Il documento, sulla base di un'analisi sistematica del settore turistico, individua i fattori di criticità, attrattività e competitività del nostro Paese nel contesto internazionale e prospetta un quadro di linee guida strategiche per il consolidamento e il rilancio dell'intera filiera. E le linee di intervento individuate sono: governance, rilancio dell'Agenzia nazionale del turismo, miglioramento dell'offerta, incremento della ricettività, trasporti e infrastrutture, formazione e competenze, investimenti. Sono linee 61 azioni, realizzabili in tempi compresi tra i tre mesi e i cinque anni.
Nelle premesse al Piano si evidenzia che il contributo del turismo al prodotto interno lordo dell'Italia ammonta a oltre 130 miliardi di euro (circa il 9% della produzione nazionale) e le persone impegnate in questo settore sono circa 2,2 milioni (un lavoratore su dieci). Il turismo esprime inoltre un notevole potenziale per ciò che riguarda la comunicazione e l'integrazione interculturale, due elementi rilevanti in un mondo divenuto multi-polare.
Serve per rilanciare il settore un radicale cambiamento nell'approccio ai problemi del turismo. Il piano dovrà essere aggiornato ogni due anni per un quinquennio, in modo da farlo diventare un irrinunciabile strumento operativo sia per le istituzioni statali e regionali sia per i singoli operatori.
"Questo piano strategico - afferma il ministro Gnudi - costituisce un primo passo per indirizzare questa evoluzione al fine di consolidare il vantaggio competitivo dell'Italia e di contribuire allo sviluppo dell'economia e alla creazione di nuovi posti di lavoro. Secondo alcune stime conservative, le azioni contenute in questo piano possono tradursi in circa 30 miliardi di Euro di incremento del PIL e in 500.000 nuovi posti di lavoro entro il 2020. Si tratta di un'opportunità che il Paese non può non cogliere e di una responsabilità inderogabile verso le nuove generazioni".

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