Il coriandolo da seme è stato protagonista di un vero e
proprio boom nelle campagne italiane: le coltivazioni, pressoché trascurabili
fino a pochi anni fa, circa 700 ha nel 2004, nell’ultima campagna avrebbero
superato i 10.000 ha, con la possibilità di crescere ancora. Lo segnala
Assosementi a fine campagna di raccolta del coriandolo, coltura che ha ormai
«una valenza economica importante». «La moltiplicazione di coriandolo da seme
si concentra principalmente nelle regioni Marche, Puglia, Emilia-Romagna e
Umbria. Grazie agli importanti investimenti realizzati dalle nostre aziende
sementiere nella logistica e in impianti di lavorazione all’avanguardia –
sottolinea Assosementi – il prodotto italiano ha acquisito una posizione di
assoluta leadearship nel mercato mondiale. Dal punto di vista agricolo, la
coltura è abbastanza facile e non necessita di particolari anticipazioni.
Peraltro, con gli obblighi di diversificazione colturale introdotti dalla nuova
Pac, l’interesse verso il coriandolo potrebbe aumentare ulteriormente». A
livello gastronomico, il coriandolo, della stessa famiglia di carota, sedano e
prezzemolo, suscita un’attenzione ancora marginale nel nostro paese; più del
90% della nostra produzione è destinato infatti a essere esportato in Asia,
dove il raccolto italiano è apprezzato per la sua elevata qualità. «I volumi di
esportazione potrebbero aumentare ancora, soprattutto in America Latina,
qualora si riuscisse a eliminare gli ostacoli burocratici oggi esistenti per
tali destinazioni» conclude Assosementi.
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