giovedì 23 agosto 2018

Prezzo all’origine: diteci quanto costano davvero i nostri pomodori


Comprare i pomodori al mercato, locali e in stagione, boicottare le passate in super offerta nella Gdo oggi è diventato un atto di civiltà.

Il problema non riguarda soltanto i pomodori, ma iniziamo pure da quelli visto che sono in stagione e sono quelli che raccoglievano i deceduti in Puglia. Il giornalista Stefano Liberti ha denunciato le doppie aste al ribasso che le grandi catene di supermercati impongono ai produttori. Si è arrivati al prezzo di 31,5 centesimi a bottiglia di passata.

Capite come questo meccanismo non soltanto metta in crisi i produttori, ma anche gli agricoltori, costretti ad assumere manodopera di fatto schiavizzata?

Esiste una legge contro il caporalato voluta dell’ex ministro Martina, ma lo sfruttamento continua senza pietà.

Slow Food e Flai-Cgil (che ha indetto la manifestazione di mercoledì 8) hanno chiesto al Governo di imporre l’obbligo del prezzo di origine in etichetta. A parte che se uno trova la passata a pochi centesimi dovrebbe già insospettirsi, ci sembra un ottima cosa da sostenere e da pretendere.

Chi segue queste righe forse è più abituato a comprare al mercato, spesso dai contadini, e magari raccoglie anche gli inviti all’autoproduzione delle passate e conserve.

Bene, ma iniziamo tutti a criticare chi fa certi acquisti e si rende complice, sconfessiamo colpevoli, boicottiamo certi prodotti. In un semplice piatto di pasta spesso possono esserci associate non solo le organizzazioni criminali, ma il sangue, il sudore, il disagio, l’umiliazione e la disperazione di masse di persone sfruttate. Pensateci.

Vogliamo il prezzo all’origine sull’etichetta, vogliamo poter scegliere, poter boicottare i pomodori sporchi di sangue e tutti i prodotti ingiusti.



Carlo Bogliotti

c.bogliotti@slowfood.it

da La Stampa dell’11 agosto 2018

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