venerdì 24 agosto 2018

Terreno fertile per i droni. Coltura di precisione tra ieri ed oggi nel lavoro di tesi del Dott. Carolis


La rilevanza delle tecnologie in ogni ambito della vita umana è fatto acclarato.
Ci si domanda spesso se il giorno in cui le macchine arriveranno a sostituire l’uomo in tutto e per tutto sia solo questione di tempo. Ci sono però persone disposte a ricordare il contrario e a dimostrare che la tecnologia non esclude necessariamente quanto più di umano e bio-logico ci sia. 
Una di queste è Gabriele De Carolis, turese, classe ’95, figlio del titolare dell’Azienda Biologica “De Carolis”, il quale ha deciso di iscriversi per poi laurearsi in “Scienze e Tecniche Agrarie”, proprio sotto l’egida della tradizione paterna che ha lasciato in lui un messaggio: “Le precedenti generazioni ci trasmettono il valore della conoscenza di ogni pianta o albero presente in un campo e di non considerare questo solo come un sistema”. Questa conoscenza oculata di ogni singola pianta, necessaria all’agricoltore d’un tempo, è quanto più di prezioso c’è da conservare perché si traduce nella “coltura di precisione”, le cui tecniche sono in forte sviluppo. Su questa traduzione Gabriele ha deciso di lavorare all’interno della sua tesi di laurea, incuriosito dalle potenzialità dei droni o per meglio dire S.A.P.R. come ad esempio i rilievi aerei di prossimità: attraverso fotocamere al visibile e multispettrali si ottengono immagini sulla radiazione riflessa dalla vegetazione per apprezzarne il vigore vegetativo, difformità di crescita e l’attività fotosintetica in maniera accurata e dettagliata. Oculatezza ed efficienza anche nella gestione delle risorse, grazie agli SAPR, durante la distribuzione dei prodotti o la conduzione della lotta biologica all’interno del campo. 
Come detto all’inizio, la tecnologia non esclude né l’uomo né il sogno bio che esso cerca di difendere. 
Dopo aver citato alcune applicazioni, come aiutare la vite a combattere il “mal dell’esca” , Gabriele conclude che i droni possono trovare terreno fertile anche nella lotta biologica alla Drosophila Suzuki, tristemente nota da queste parti. Il tempo cambia le forme, ma i contenuti possono sopravvivere su altre gambe.


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