lunedì 15 ottobre 2012

Ddl stabilità, siluro fiscale sulle società agricole

Il disegno di legge sulla stabilità ha prodotto un vero e proprio siluro fiscale nei confronti delle società agricole. La possibilità concessa alle società agricole (escluse quelle di capitali) di optare per la tassazione su base catastale aveva rappresentato un importante volano per la tanto sospirata aggregazione del mondo agricolo come del resto confermano anche i dati dell'ultimo Censimento agricolo. In cambio di questa agevolazione, per compensare il mancato introito, fu avviata la caccia alle false case rurali, ribattezzate "ville fantasma", scovate grazie alle foto aree scattate su tutto il territorio nazionale. E potrebbe non finire qui la norma introdotta con il Ddl stabilità potrebbe essere il primo passo per avviare anche un processo di revisione dei requisiti per il riconoscimento delle società agricole, attualmente a maglie piuttosto larghe, visto che per costituire una società agricola basta che un solo socio abbia la qualifica di Iap (Imprenditore agricolo a titolo principale). Una revisione che potrebbe incrociare il "fantasma" che agita il negoziato comunitario  sulla riforma Pac: il cosiddetto “agricoltore attivo”. E non è un mistero che nel documento unitario delle organizzazioni agricole, firmato un anno fa (Confagricoltura compresa), su questo punto c'era l'esplicita richiesta di erogare gli aiuti comunitari in via prioritaria agli agricoltori professionali Iap e coltivatori diretti.
Tagliare le agevolazioni fiscali e introdurre criteri più selettivi per la costituzione di società agricole, potrebbe in effetti contribuire a scoraggiare la nascita di  società di comodo, con poca terra e tanti capitali, e contribuire a sfoltire la platea dei beneficiari Pac.
Se si tratta di "complotto fiscale" o di una semplice potatura di una singola agevolazione nella più ampia manovra di revisione del sistema di incentivi alle imprese, lo dirà il tempo.

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