“Sono urgenti alcuni correttivi all’articolo 62 del DL
Crescita per ridurne l’eccessivo formalismo e riportare la disciplina dei
termini di pagamento nel solco delineato dalla Direttiva europea. Questi
obiettivi possono essere raggiunti soltanto attraverso un intervento normativo,
quindi auspichiamo che Governo e Parlamento non rimangano sordi di fronte a una
richiesta che giunge dalle più importanti organizzazioni rappresentative dei
produttori e dei distributori”. Così Confindustria e Confcommercio commentano,
in una nota congiunta, la disciplina che regola le relazioni commerciali nel
settore agricolo e distributivo, entrata in vigore da meno di un mese.
“La norma – prosegue la nota – sta creando più problemi di
quelli che era stata chiamata a risolvere, a causa delle rigidità dell’articolo
62 che in origine doveva correggere situazioni di significativo squilibrio
nelle relazioni commerciali. L’articolo 62, invece, è diventato un fattore
distorsivo all’interno della filiera, con pesanti ripercussioni sugli
operatori. La previsione di un regime inderogabile per la forma dei contratti e
per i termini di pagamento è sproporzionata e ingiustificata anche perché, nel
frattempo, il Governo ha attuato la Direttiva europea sui ritardi di pagamento.
Il decreto che recepisce la Direttiva, infatti, rappresenta un approdo
equilibrato perché, nei rapporti tra privati, tutela l’autonomia delle parti e
previene comportamenti iniqui attraverso adeguati presidi”.
“E’ quindi incoerente – concludono Confindustria e
Confcommercio – lasciare in vita per il settore agricolo e alimentare un
sistema che non soddisfa nessuno e che sta arrecando effetti indesiderati anche
al di fuori della filiera”.
Nessun commento:
Posta un commento