Per un consumatore su quattro (24%) delle regioni del
Mezzogiorno un alimento realizzato con prodotti coltivati interamente in Italia
vale almeno il doppio rispetto ad uno "fatto" con ingredienti
stranieri. I dati sono inconfutabili: il Sud è molto attento e sensibile alla
sana alimentazione, battendo il Centro Nord di diversi punti percentuali.
In questo scenario, la Puglia vince a mani basse la sfida
della crisi dei consumi. È proprio il segmento del food a guidare una sorta di
mini risalita dell'economia pugliese, dove il consumo di prodotti
agroalimentari di qualità tiene e trascina gli altri comparti decisamente in
affanno.
La famiglia pugliese (2/3 componenti) spende in media ogni
mese 419 euro per i consumi alimentari. Il capitolo di spesa più consistente
riguarda carne (96 euro), ortaggi e frutta (74 euro, pari al 17,7%), pane e
farinacei (66 euro), latte, formaggi e uova (63 euro), oli e grassi (13,7
euro).
"Oggi - ha dichiarato Loredana Capone, assessore allo
Sviluppo economico della Regione Puglia - i consumatori sono attenti alla
qualità dei prodotti e al loro costo che, grazie alla riduzione dei passaggi
della filiera, è stato ridotto. Altra attività fondamentale è il miglioramento
della qualità della vita con riferimento all'alimentazione. L'Italia ha la
maglia nera dell'obesità fra i bambini – prosegue Capone - un dato
incomprensibile se si pensa alla nostra dieta mediterranea, rientrata nel
patrimonio dell'Unesco perché rappresenta l'alimentazione più sana al
mondo".
Nessun commento:
Posta un commento