venerdì 22 giugno 2018

Oxfam, in Italia 430 mila lavoratori agricoli irregolari


Milioni di donne e di uomini che ogni giorno lavorano in tutto il mondo e in Italia per portare il cibo sulle nostre tavole versano in grande povertà, vittime spesso di condizioni di lavoro disumane, a dispetto di profitti multimiliardari generati dall'industria alimentare. E' la denuncia contenuta nel nuovo rapporto Maturi per il cambiamento, diffuso oggi da Oxfam che per quello che riguarda in particolare l'Italia mette in luce come siano circa 430 mila i lavoratori irregolari in agricoltura, 100 mila dei quali vittime di sfruttamento.

Lo studio analizza le politiche di alcune tra le maggiori catene di supermercati in Europa e negli Stati Uniti, che stentano ad adottare pratiche commerciali più eque nei confronti di piccoli produttori e lavoratori agricoli lungo le loro filiere di approvvigionamento. Oxfam mette quindi in evidenza i crescenti squilibri e le condizioni di sfruttamento nelle filiere dei supermercati a livello globale. In particolare, denuncia che questi ultimi trattengono una quota crescente del prezzo pagato dai consumatori - in alcuni casi fino al 50% - mentre quella destinata a lavoratori e produttori è spesso pari a meno del 5%.

Quanto ai piccoli coltivatori e lavoratori, dall'analisi della filiera di 12 prodotti comunemente presenti nei supermercati di tutto il pianeta emerge che nella stragrande maggioranza dei casi vivono in povertà. Viceversa, nel 2016 le prime 8 catene di supermercati Usa quotati in borsa hanno incassato quasi 1.000 miliardi di dollari, generando 22 miliardi di profitti e restituendo 15 miliardi agli azionisti. Per quello che riguarda in particolare l'Italia, il 75% delle lavoratrici nei campi intervistate da Oxfam afferma di essere sottopagata, dovendo rinunciare a pasti regolari.

Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2015 erano circa 430 mila i lavoratori irregolari in agricoltura e potenziali vittime di caporalato in Italia, "impiegati" in quasi tutte le principali filiere stagionali di frutta e verdura in vendita nella grande distribuzione. Tra questi 100 mila lavoratori vittime di sfruttamento, con l'80% di lavoratori stranieri e il 42% di donne, che a parità di tipologia di lavoro venivano sottopagate rispetto agli uomini.

Tra le più gravi forme di sfruttamento e violazione dei diritti: orari di lavoro nei campi fino a 12 ore al giorno; lavoratori esposti a pesticidi tossici e a temperature altissime in estate e estremamente rigide in inverno; abusi e violenze sulle lavoratrici; paghe medie tra i 15 e 20 euro al giorno, ben al di sotto del minimo legale di 47 euro al giorno.



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