mercoledì 3 luglio 2019

Frutta tropicale bio: in Sicilia progetto da tre milioni per collura


Vale 3 milioni di euro il progetto di un nuovo impianto di colture tropicali Bio (soprattutto mango ma anche avocado e in minima parte anche litchi) messo in campo dall’azienda agricola Collura con circa 40 ettari di partenza, tra Messina e Palermo.

L’obiettivo è arrivare a costituire, entro l’anno, un’op con le prime 10 aziende agricole coinvolte e sparse tra i comuni di Acquedolci, Caronia e Torrenova (nel messinese) e Ficarazzi nel palermitano.


I finanziamenti sono stati appena deliberati dalla Regione Sicilia e fanno capo alla misura 4.1 del Psr 2017-2020 rimasto bloccato per una valanga di ricorsi al Tar, fino allo scorso maggio, quando le vicende giudiziarie si sono chiuse con il decreto regionale che deliberava, una volta per tutte, l’assegnazione dei fondi.

Oltre alla realizzazione di piantagioni tropicali per complessivi circa 40 ettari, il progetto di Collura prevede anche la realizzazione di un impianto di lavorazione ad Acquedolci. Un capannone di circa 500mq, altamente tecnologico con linee di calibratura, packaging e celle frigo per lo stoccaggio dei prodotti al fine di poter partire sin da subito con un progetto a filiera integrata.

“I produttori che aderiscono al progetto già ci sono – spiega Alfonso Collura, che oltre ad essere il rappresentante legale dell’azienda è anche un astrofisico –; tra questi anche lo storico coltivatore di limoni della zona di Caronia, l’azienda Sciarratta che sta iniziando a rinnovare le sue coltivazioni che, avendo più di sessant’anni, sono in declino produttivo. Il problema è reperire le piante tropicali perché nei vivai manca proprio il materiale vegetale. Noi le compriamo in Spagna perché costano meno, circa otto euro a pianta, ma i tempi di attesa sono di quasi due anni. Se volessimo averle subito potremmo prenderle nei vivai siciliani ma si tratta di piante meno testate sul campo con prezzi maggiorati anche del doppio. Proprio per questi tempi di attesa lunghi, pensiamo tutte le aziende coinvolte potranno iniziare a commercializzare a regime, tra cinque anni perché ci vogliono due anni di attesa ai vivai e tre per iniziare a produrre commercialmente”.

Il passo successivo, una volta creato il nucleo aggregato, sarà quello di valutare la richiesta di una certificazione di origine ed eventualmente arrivare a costituire anche un consorzio di tutela, il primo per le esotiche Bio made in Sicily.

Autore: Mariangela Latella
Fonte: Corriere Ortofrutticolo



Nessun commento:

Posta un commento