Mano d’opera sempre più difficile da reperire per i lavori
in campagna e più costosa: l’offerta di personale è scarsa, italiana e
straniera. Il presidente di CIA Emilia Romagna, Cristiano Fini, denuncia con rammarico la situazione in una
annata agraria difficile come quella in corso, con prezzi della frutta –
albicocche in primis – che non coprono i costi produttivi.
“Il ricorso alla mano d’opera per la raccolta della frutta e
comunque per i lavori agricoli in generale – osserva Fini – è sempre più problematica
e non riguarda solo il personale di nazionalità italiana, ma è altrettanto
difficile reperire operai agricoli stranieri. Poi le aziende emiliano romagnole
nella voce ‘costo del lavoro’ non possono competere con nazioni europee, come ad esempio la Spagna, che ha
oneri sui dipendenti che incidono dell’11% contro il 23 di quelli italiani”.
Già è difficile programmare le raccolte a causa di una
offerta di personale scarsa che non si limita solamente a lavoratori italiani –
segnala ancora Fini – ma è pure complicato trovare disponibilità in quelli
stranieri. Il governo deve quindi garantire “flussi migratori commisurati alle
esigenze dell’agricoltura, proprio per sopperire alla mancanza di mano d’opera
nazionale disposta a lavorare in campagna”.
Fini rileva le difficoltà nel fare ricorso a lavoratori
stranieri, anche per le difficoltà nell’affrontare trasferte lunghe. “Occorre
dare loro certezze di lavoro durature, almeno due o tre mesi – sottolinea – per
questo non sempre le aziende sono in grado di garantire occupazione per un
periodo lungo, a causa anche della volatilità dei mercati. Se un prodotto ha
basse quotazioni l’imprenditore può anche decidere di interrompere la raccolta
perché diventa anti economica”.
Fini precisa inoltre che mancano degli strumenti
contrattuali adeguati e ipotizza il ricorso ad agenzie interinali specializzate
in grado di gestire personale idoneo ai bisogni delle imprese. “Poi andrebbero
reintrodotti i voucher, strumento che ha garantito una flessibilità di cui le aziende agricole
avevano – e che tuttora hanno – bisogno.
Una norma specifica, quindi per dare buone risposte al mondo agricolo”.
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