La
frode agroalimentare corre sul web, giungla virtuale dove si nascondono (e si
confondono) – oltre a lecite inserzioni ed un rapporto qualità/prezzo spesso
più conveniente rispetto alla vendita diretta – anche casi di contraffazione e
inganni per il consumatore. Un business parallelo, quello delle frodi on-line,
che ogni anno scippa valore e credibilità ai canali di vendita web, in crescita
anche per quel che riguarda l’offerta. Sempre più imprese agroalimentari
scommettono infatti sul marketplace, anche (soprattutto in tempi di crisi) per
tentare di ampliare il ventaglio dei potenziali consumatori. Un dato è certo: è
sul web (più che altrove) che si trovano imitazioni, tarocchi e falsi Made in
Italy, con nomi ed etichette che sempre più spesso evocano le produzioni
agroalimentari ed i vini Dop e Igp: si va dai wine e cheese-kit, al falso
'Aceto Balsamico di Modena' in Francia, al 'Parmesan' in polvere danese sino ai
formaggi prodotti in Lettonia denominati 'La Grana' e 'Asiago', tanto per
citarne solo alcuni di una lunga black-list stilata dall’Ispettorato
repressione frodi (Icqrf), Organo di controllo del Mipaaf. che ha messo sotto
la lente il commercio food & wine da piattaforme web e siti e-commerce. Sono
essenzialmente due gli strumenti anti-contraffazione: il protocollo d'intesa
stipulato tra l’Icqrf e la piattaforma eBay, che mira ad escludere dal
marketplace le contraffazioni alimentari, e la protezione 'ex-officio', sempre
gestita dall’Ispettorato repressione frodi come Autorità nazionale, che –
tramite il contatto con le omologhe Autorità di altri Stati membri – consente
di reprimere a livello UE l’illecito commercio dei prodotti agroalimentari che
sfruttano in maniera illegittima i nomi di Dop e Igp. Ad oggi sono 196 i casi
di contraffazione e agropirateria segnalati, di cui 125 rilevati grazie al
protocollo eBay, un’attività di monitoraggio che ha portato alla 'pulizia' del
web da inserzioni di falsi prodotti agroalimentari e vini Dop e Igp che sono
messi nel carrello virtuale al pari di quelli veri, erodendo spazi di mercato e
valore (oltre che al consumatore) anche all’imprenditoria 'sana'. L’ultimo caso
è quello del falso 'Prosecco' Dop britannico, venduto (oltre che alla spina in
numerosi punti vendita e catene distributive) anche on-line, la cui vendita è
stata bloccata a seguito dell’intervento (richiesto dall’Icqrf) del Defra –
Department for Environment Food and Rural Affairs. “Siamo il Paese che più di tutti in Europa
contrasta le frodi sul web – ha commentato Oreste Gerini, Direttore Generale
dell’Icqrf – e per monitorare il web e contrastare i falsi Made in Italy
abbiamo messo in campo risorse e strumenti che hanno consentito di raggiungere
risultati importanti, a tutela dei consumatori e delle imprese agroalimentari
che credono nel canale e-commerce. L’obiettivo è rendere i marketplace ed i
siti on-line più trasparenti eliminando dal web le inserzioni ingannevoli e le
contraffazioni agroalimentari, una zavorra che limita le reali potenzialità del
canale e-commerce come opportunità imprenditoriale”.
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