“Auspichiamo
che sia dato finalmente un volto al commissario per l’emergenza ‘Xylella
fastidiosa’ - commenta il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele -
dopo l’incontro al Ministero di stamani. Chiediamo da un 1 anno la nomina di un
commissario con poteri trasversali e onestamente non ci appassiona più il toto
nomi. Così come aspettiamo da oltre 1
anno misure determinanti per il futuro delle aziende olivicole salentine,
riguardanti la moratoria sul credito e gli interventi sui contributi previdenziali.
Nonostante la vastità del problema, la rilevanza economica della coltura per
l’intero territorio regionale e l’obbligatorietà che impone la normativa
fitosanitaria comunitaria e nazionale in caso di ritrovamento di patogeni da
quarantena, dopo una campagna olivicolo-olearia disastrosa, sinora solo il
mondo agricolo ha cercato in solitudine di contenere la malattia, attraverso
buone pratiche agronomiche e trattamenti ammessi anche per il biologico”.
Mentre si discute sulle strategie da mettere in atto, al mondo olivicolo non
resta che ricordare che non è ancora stata circoscritta l’area di rispetto che
deve fungere da cordone sanitario, non è ancora stato nominato il commissario
con poteri trasversali, non sono state attivate misure indispensabili ad
affrontare il problema sul fronte della eradicazione della malattia e su quello
degli indennizzi, ipotizzando opportune deroghe
per poter impiantare quelle varietà di ulivo resistenti alla malattia.
“Lo stesso Comitato Consultivo permanente finalmente - continua il Direttore di
Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - istituito con delibera regionale del 25
novembre 2014, che avrebbe dovuto riunirsi con cadenza settimanale, non è stato
convocato neppure una volta. Sul fronte comunitario ci aspettiamo anche un
risoluto quanto convinto impegno dell’UE ad affrontare tale emergenza che, per
la complessità ed il rischio di diffusione, non va relegata al solo Salento e
che la Comunità Europea disponga finalmente l’embargo avverso le aree da cui
proviene il batterio, come ad esempio il sud America e un doveroso periodo di
quarantena delle piante provenienti da Paesi extra UE, al fine di bloccare il
commercio di materiale vegetale infetto”.
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