L'11 gennaio a Castellana Grotte torna la tradizione
dei Falò. Accensione delle grandiose “fanove” in onore di Maria SS della
Vetrana, 324° anniversario dalla liberazione dalla peste. Nel cuore della
Murgia carsica, alle porte della Valle d’Itria dei trulli e del mare Adriatico,
la caratteristica città di Castellana Grotte, nota in tutto il mondo per le sue
splendide cavità turistiche sotterranee, celebra subito dopo Natale, domenica
11 gennaio, una delle feste popolari più antiche pugliesi: la Notte dei Falò. I
falò (detti anche fanove), segni di riconoscenza, di festa e di esultanza
popolare, vengono a ricordare ogni anno l'intercessione miracolosa della
Madonna della Vetrana nella città di Castellana Grotte. Si accendono numerosi
per le strade cittadine la sera dell'11 gennaio. Alcuni, davvero mastodontici,
come quello della piazzetta della Matrice San Leone Magno, bruciano molte
tonnellate di legna, sprigionando e lanciando in alto, nella notte scura, mille
faville che simboleggiano la gratitudine popolare verso il cielo. La gente
affolla le strade, rimanendo estasiata al cospetto delle altissime fiamme, e
partecipando al canto mariano tradizionale "Tu sei del popolo, letizia e
pace". Come in ogni grande festa popolare, c'e' poi la parte gastronomica.
Tutti si lasciano volentieri tentare dagli assaggi di taralli, ceci e fave
abbrustoliti, nocciole e da un bicchiere di vino. Il tutto è offerto con
generosità da chi ha allestito la "fanova". Se ne contano più di cento
in tutta la città, nei quartieri di periferia e nelle contrade di campagna. Suggestiva
poi l'iniziativa dei frantoiani castellanesi, i quali fanno degustare ai
visitatori dei falò il loro olio nuovo e genuino con il quale vengono condite
le bruschette con i tipici pomodori "appesi", conservati sin
dall'estate. La tradizione più antica prescriveva che si mangiassero riscaldati
nella cenere calda dei falò, "sarôche i scartapìjete", pesci secchi
salati e affumicati, conditi con abbondante olio e accompagnati dal pane.
Naturalmente l'arsura procurata dai pesci richiedeva una buona dose di vino
rosso primitivo, che in gergo si chiama "vino tosto". Il giorno dopo,
il 12 gennaio, il simulacro della Madonna della Vetrana viene portato con
solenne processione in città e rimane alcuni giorni nella Chiesa Madre alla
venerazione riconoscente dei fedeli che numerosi la visitano. Visitare
Castellana Grotte vuol dire anche soggiornare in uno dei tantissimi hotel e bed&breakfast
della zona, che propone molteplici scelte a seconda dei gusti: campagna, mare,
città, zona grotte. Per maggiori info visita www.comitatofestepatronali.it
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