Sono 1.460 i centri di stoccaggio di cereali in Italia. E'
quanto emerge dal nuovo censimento di Ismea, dopo quello del 2012-13, che
fotografa queste importanti strutture di raccordo tra le fasi della produzione
primaria e della trasformazione industriale. In particolare, secondo l'indagine
quantitativa e qualitativa conclusa a marzo 2019, sono 3.300 le aziende della
filiera cerealicola, di cui 1.103 in possesso di centri di stoccaggio.
Obiettivo del censimento è mettere a disposizione informazioni per orientare
future politiche per aumentare la competitività dell'intera filiera
cerealicola.
Tra i dati emersi, Ismea rileva che il 64% del totale dei
centri censiti ha più di 30 anni di età, quota che sale al 74% nel Nord Est e
nel Centro mentre scende al 47% nel Sud e Isole; nel 40% dei casi sono stati
realizzati interventi di ampliamenti e per la stessa quota ammodernamenti e/o
ristrutturazioni; quota che risulta omogenea tra le macro aree geografiche, ad
eccezione del Sud e Isole dove risulta un valore superiore al 70% di centri che
non hanno fatto ampliamenti e il 56% ammodernamenti.
Il 66% del totale dei centri è dotato di una sola fossa di
scarico e il 63% di una sola linea di carico; il dettaglio regionale evidenzia
uno scenario più favorevole solo per i centri censiti in Puglia. Quanto alla
capacità di carico e scarico, nel 50% dei centri è inferiore a 300 quintali/h;
solo in Emilia Romagna, Puglia, Marche e Friuli V.G. si scende al 30%. Riguardo
la dotazione strumentale, circa il 90% dei centri ha dichiarato di possedere
almeno una delle strumentazioni considerate e solo il 10% di non possederne
nessuna. Tra le strumentazioni maggiormente presenti ci sono gli strumenti
rapidi di analisi qualitativa (il 73% dei casi, con particolare riferimento
alla misurazione di umidità, peso specifico e proteine).
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