mercoledì 15 febbraio 2017

Arrivano le 'serre fai da te' per appartamenti e condomini

Gli "home grower", veri piccoli agricoltori anche se vivono al quinto piano di un condominio immerso nel cemento cittadino, nel mondo sono ormai milioni e le aziende specializzate si sono accorte di quella che sta diventando più di una moda anche in Italia.
                                                                                                                             
Le piante e gli orticelli coltivati in balcone sono però esposte agli imprevisti climatici e all'inquinamento. La soluzione è allora una "grow box", una "serra da appartamento". Una soluzione facile ed economica, almeno nella sua formula di base. Il costo per un kit completo parte infatti da poche centinaia di euro, ma può facilmente superare il migliaio o più per una serra delle dimensioni di un frigo: la spesa è direttamente proporzionale a qualità, dimensioni e "optional" vari.

Sostanzialmente la "serra da appartamento" è una intelaiatura sulla quale sono montati dei "teli" con alta capacità riflettente per avere una illuminazione uniforme all'interno della serra. Illuminazione assicurata da un impianto luci (almeno 250 watt) con una "temperatura colore" solare (5.500 gradi Kelvin) che inneschi la fotosintesi clorofilliana. Nei kit va compreso come minimo un timer per le luci, un sistema di filtraggio dell'aria (per eliminare odori sgradevoli) e uno di controllo dell'acidità dell'acqua. Nella coltivazione, che può essere in terra o idroponica, si utilizzano terricci e prodotti (compresi eventuali antiparassitari) appositamente studiati per l'uso casalingo. Una volta montato il tutto non resta che accudire quotidianamente le piantine, confidando nel nostro "pollice verde".

Esiste però da non molto una "grow box" alternativa, iper-tecnologica e tutta made in Italy. Si chiama "Tomato+" ed assomiglia ad un frigorifero "stand alone" in alluminio che però presenta sullo sportello quattro pannelli trasparenti in corrispondenza di altrettanti ripiani interni. Il funzionamento è più simile ad una macchina per il caffè che ad una serra, ed è ugualmente semplice. Basta inserire la spina, collocare nei ripiani delle apposite cialde che contengono seme e terreno di coltura, riempire una volta al mese il serbatoio dell'acqua. Tutto qui. Niente ogm, antiparassitari o piante da innaffiare. Ogni ripiano è completamente indipendente per luce e microclima, gestito dal computer interno impostabile dal display sullo sportello o tramite wifi e app del telefono.

Sono disponibili 24 tipi di piante, con un'altra quindicina in arrivo. E l'apparecchio è venduto in otto colori per adattarlo all'arredamento della cucina (ma anche del salotto o della cambusa della barca, dato che ha bisogno solo di una presa elettrica). Il costo molto più elevato rispetto ad una "grow box" tradizionale lo rende però un prodotto adatto a chi non ha problemi di portafogli, ai cultori dell'hi-tech e del design, alle cucine di chef stellati o al loro corrispettivo televisivo. Un limite che, per il Ceo, Daniele Rossi, è compensato dai vantaggi: "L'apparecchio, per ogni ciclo produttivo, compie 15/20.000 piccole 'azioni' che per l'utente si traducono in soli due click e l'inserimento della cialda. E il prodotto finale è assolutamente naturale, gustoso e profumato, di prima qualità. Senza paragoni".

© Copyright ANSA



Nessun commento:

Posta un commento