Le
vendite dell’olio confezionato sono in buona salute. I dati del Panel Ismea
Gfk/Eurisko rivelano, nei primi nove mesi di quest’anno, un aumento di oltre il
3% su base annua sia in volume che in termini monetari. Una dinamica in netta controtendenza rispetto
all’andamento negativo osservato nel corso del 2013. Il dato appare anche come una magra
consolazione per la campagna olearia 2014-2015 che si prospetta però misera per
raccolta e trasformazione a causa di eventi atmosferici, malattia della pianta
e altro. Se i consumi terranno lo si vedrà dunque nei prossimi mesi, spiega
l’Ismea. Molto dipenderà dagli sviluppi della nuova campagna, partita con
prezzi decisamente elevati e produzioni in forte riduzione, sia in Italia che
in Spagna.
A
metà novembre, secondo le rilevazioni dell’Istituto, le quotazioni, a causa dei
rilevanti vuoti d’offerta, sono balzate in media oltre la soglia del 6 euro/kg
franco produttore, raddoppiando rispetto ai livelli di un anno fa. Un prezzo
che potrebbe, in questa fase, condizionare gli acquisti degli italiani
direttamente al frantoio, in un circuito, quello dello sfuso, che in nove mesi,
da gennaio a settembre 2014, ha già accusato segnali di debolezza. L’export
nel frattempo continua a registrare progressi. In otto mesi le spedizioni oltre
frontiera di oli di oliva italiani sono aumentati del 12,5% in volume. Ancora
più sostenuta la dinamica delle importazioni (+45% rispetto a gennaio-agosto
2013), con gli arrivi dall’estero (principalmente di prodotto spagnolo) che a
fine anno potrebbero portarsi ai massimi da inizio millennio.
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