lunedì 3 novembre 2014

Aranciata senza arance, stop dal Parlamento

Stop alla 'aranciata senza arance': il Parlamento ha approvato in via definitiva l'articolo 17 della legge comunitaria che disciplina la quantità minima di succo nelle bibite a base d'arancia, portandola dal 12 al 20%. Si tratta di un 'successo storico per l'Italia', secondo la Coldiretti, che ritiene che l'innalzamento avrà effetti positivi sia sui consumatori che sul frutteto italiano: “E’ stata sconfitta la lobby delle aranciate senza arance che pretendeva di continuare a vendere acqua come fosse succo” ha detto Roberto Moncalvo, presidente Coldiretti, aggiungendo che “grazie alla nuova norma duecento milioni di chili di arance all'anno in piu' saranno “bevuti” dai 23 milioni di italiani che consumano bibite gassate”.Secondo la Confederazione l'aumento della percentuale di frutta nelle bibite potrebbe salvare oltre 10mila ettari di agrumeti italiani con una estensione equivalente a circa 20mila campi da calcio, soprattutto in regioni come la Sicilia e la Calabria. “Ad oggi”, spiega Coldiretti, “per ogni aranciata venduta sugli scaffali a 1,3 euro al litro agli agricoltori vengono riconosciuti solo 3 centesimi per le arance contenute, del tutto insufficienti a coprire i costi di produzione e di raccolta”. La legge comunitaria approvata contiene anche altre importanti norme per il settore agroalimentare nazionale. In particolare, arriva anche l'obbligo del tappo antirabbocco per i contenitori di olio extra vergine di oliva serviti in tutti i pubblici esercizi. Sulle tavole di bar, ristoranti e trattorie l’olio extravergine di oliva potrà essere servito solo in bottiglie dotate di tappo in modo da evitare allungamenti o riempiture con prodotti che non hanno nulla a che vedere con quello indicato in etichetta. Prevista anche una più accentuata rilevanza cromatica rispetto all’etichettatura degli oli che siano prodotti con miscele provenienti da uno o più Stati. La cosiddetta 'legge salva-oli', inoltre, prevede maggior impegno degli organi di polizia giudiziaria sui vari fronti della filiera, dal controllo del traffico di perfezionamento attivo a quello delle modalità di vendita sottocosto.

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