Si
chiama Bactrocera oleae, l’insetto che ha attaccato e distrutto le olive.
Risultato? I frutti cadono dalla pianta. Raccolto compromesso e produzione
dell’olio a -70% quest’anno. Un disastro ambientale. Un vero e proprio annus
horribilis che si ripercuoterà anche sul lavoro dei frantoiani e dei braccianti
stagionali. Con l’impiego nel settore più che dimezzato. E i frantoi? In questo
momento dovevano essere aperti a pieno ritmo, addirittura anche in notturna. E
invece la molitura si ferma.
«La situazione è tragica - spiega Giovanni
Donati presidente di Confartigianato Toscana e titolare di uno dei più grandi
frantoi aretini - la produzione dell’olio è calata del 70-80%. Un 50% è dovuto
alla scarsità di olive e l’altro 30% al fatto che le restanti non vengono
colte. Un colpo mortale al sistema. Per molti sarà un anno senza reddito.
Grosso problema anche per i frantoiani. Alcune aziende più strutturate hanno
deciso di non raccogliere nemmeno le poche olive buone perchè pagare i
dipendenti non converrebbe».
Un’annata
così non si era mai vista prima. «La vendita di olio locale sarà pari a zero
perché chi ce l’ha lo tiene per sé. I nostri produttori infatti di solito
vendono solo quello in più che quest’anno non c’è. E i frantoi? Si lavora il
giorno e basta e un’azienda come la mia quest’anno sarà impiegata solo per il
15% del normale con un calo dell’85% del lavoro. La situazione si ripercuote
anche sugli stagionali delle campagne ora dimezzati». E
l’olio? Quel poco che si farà pari solo al 20- 30% dello scorso anno, rischia
di diventare un lusso. Con rincari fino al 30%: un litro di extravergine Igp
costerà dai 12 euro in su.
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