Nulla
da dire, la cooperazione agricola italiana è in buona salute. Ma ancora meglio
si può fare. In sintesi è questo quello emerge dal Rapporto 2014
dell’Osservatorio sulla Cooperazione agricola, istituito dal ministero delle
Politiche Agricole e sostenuto dalle organizzazioni Agci-Agrital,
Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare e Unicoop. Stando infatti ai
dai presentati il sistema cooperativo fattura quasi 35 miliardi di euro (rif.
anno 2012), pari al 23% del valore dell’alimentare italiano (130 miliardi),
ottenuto attraverso la lavorazione e trasformazione di una quota pari al 37%
della materia prima agricola italiana, per un valore di 19 miliardi di euro. Le
imprese attive sono 5.042, mentre gli addetti 93.400. Ottimo è il ruolo che
giocano nel campo del made in Italy in quanto per il 99% lavorano materia prima
italiana: per il 73% è di provenienza locale, per il 26% è nazionale e solo per
l’1% viene dall’estero. Più che soddisfacente il livello delle esportazioni che
vede le cooperative rappresentare il 13% del totale dell’export agroalimentare
italiano, pari a 4 miliardi di euro. Ma l’elemento che più rende orgoglioso il
Palazzo della Cooperazione riguarda le performance economiche che nel 2013 ha
fatto segnare un +5,8% di crescita del fatturato rispetto all’anno precedente, contro
un più contenuto +1,5% dell’alimentare nel suo complesso. Dal punto di vista
della distribuzione geografica nella penisola delle cooperative il Nord Italia,
con il 45% delle strutture sul suo territorio, prevale con un 82% del fatturato
totale contro il 7% e l’11% generato rispettivamente dalle cooperative del
Centro e del Sud Italia. Le dimensioni medie d’impresa sono pari a 13 milioni
di euro per le cooperative del Nord Italia e di appena 2 milioni per quelle del
Sud.
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