giovedì 14 dicembre 2017

L’ uso della zeolite: la pietra che bolle

Recentemente ho conosciuto l’Agronomo Alessandro Marino Merlo, incrollabile sostenitore e divulgatore delle tecniche di Agricoltura Biodinamica, ispirate all’antroposofia dell’austriaco Rudolf Steiner. Con le sue spiegazioni e i suoi racconti di esperienze dirette mi ha fatto riflettere sull’esistenza di soluzioni alternative ai problemi che tormentano i raccolti degli agricoltori. Secondo Alessandro, che in Versilia nel 2009 con olio di soia e silicato di potassio fronteggiò vittoriosamente Tuta absoluta, un pericoloso lepidottero che distrugge le coltivazioni di pomodoro, la via giusta è quella di provare a comprendere la natura, abbandonando l’idea che un prodotto di sintesi possa risolvere tutti i problemi.

Egli insegna che non dobbiamo eliminare gli insetti, bensì capirli. Per esempio, secondo Alessandro, sono le piante a chiamare in aiuto gli afidi per liberarsi dal senso di gonfiore causato dall’eccessiva distribuzione di nitrati nei terreni. Egli sostiene che se la pianta si ammala ciò dipende principalmente dalla scorretta gestione del suolo! L’alternativa da lui proposta consiste nel riprendere alcune vecchie tecniche di coltivazione, ovvero cospargere i campi di buon letame per incrementarne la quantità di humus ed intercalare ai raccolti cover crops, meglio se costituite da leguminose, le quali verranno poi sovesciate al fine di migliorare la fertilità del suolo. Tuttavia, per Alessandro è fondamentale arricchire il terreno con un ammendante inorganico a base di zeolite.

La zeolite è un particolare minerale generato dall’incontro tra lava vulcanica e acqua di mare. Zeolite, dal greco  ‘pietra che bolle’, perché quando viene scaldata libera l’acqua imprigionata al suo interno  sotto forma di vapore. Le zeoliti naturali sono alluminosilicati, con struttura cristallina formata da celle ottaedriche tronche, con tanti micropori e un’elevata selettività molecolare. I terreni a cui viene aggiunto questo minerale risultano essere più fertili: funziona come setaccio per elementi indesiderati, conferisce un’elevata capacita’ di scambio cationico (217 meq/100 g) in particolare per calcio e magnesio, mobilizza il fosforo e trattiene l’acqua senza creare problemi di ristagno idrico.

La zeolite è anche disponibile sotto forma di polvere micronizzata, adatta per essere miscelata in acqua, ideale  per trattamenti fogliari in grado di esplicare un’azione protettiva nei confronti di molteplici patogeni e come schermo dalle eccessive insolazioni. Oltre a tutte le qualità descritte, la zeolite risulta essere esente da controindicazioni. Insomma, un concentrato di benessere per un suolo malandato, un’alternativa da non sottovalutare ed un prodotto naturale in grado di far crescere piante più sane, più forti e in armonia con l’ambiente circostante.
Fonte: Il blog dei Georgofili per i giovani

Autore: Daniele Marraccini

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