lunedì 27 ottobre 2014

Inquinamento atmosferico, l’agricoltura Ue e la revisione della Direttiva NEC

Sulla proposta di revisione della Direttiva che fissa limiti nazionali di emissione (cosiddetta Direttiva Nec), il Copa Cogeca (Comitato delle organizzazioni professionali agricole e della cooperazione agricola dell’Unione europea) ha formulato alcune osservazioni, al fine di sollecitare una maggiore attenzione alle problematiche ed alle esigenze del settore agricolo, con speciale riferimento alle piccole imprese. In particolare, la direttiva 2001/81/CE stabilisce limiti nazionali di emissione annuali per ciascun Stato membro, da conseguire entro il 2010, relativi al biossido di zolfo (SO2), agli ossidi di azoto (NOx), ai composti organici volatili non metanici (Covnm) ed all’ammoniaca (NH3).Come emerge dalla relazione di accompagnamento della nuova proposta, i limiti erano stati fissati per ridurre l’inquinamento atmosferico ed i loro impatti negativi sulla salute pubblica e l’ambiente in tutta l’Unione, ma anche per conformarsi al protocollo di Göteborg (protocollo adottato per la prima volta nel 1999, per ridurre l’acidificazione, l’eutrofizzazione e l’ozono troposferico, fissando limiti massimali di emissione in atmosfera di 4 inquinanti: zolfo, ossidi di azoto (NOx), composti organici volatili (COV) e ammoniaca).Con la revisione della direttiva si intende rivedere e aggiornare queste disposizioni per tenere conto dei gravi rischi sanitari e degli impatti considerevoli sull’ambiente derivanti dall’inquinamento atmosferico e per allineare la legislazione dell’Unione ai nuovi impegni  internazionali. In particolare, per quanto riguarda il settore agricolo, la proposta della Commissione prevede l’adozione e l’attuazione di programmi nazionali da parte degli Stati membri, indicando possibili misure per la riduzione delle emissioni di ammoniaca, di particolato carbonioso e per la prevenzione di impatti negativi sulle piccolo imprese agricole. Tra le misure dirette al settore agricolo, vengono proposte, in particolare: l’adozione di un codice nazionale indicativo di buone pratiche agricole e per la corretta gestione dei residui del raccolto; la definizione  a livello nazionale di un bilancio dell’azoto per monitorare l’evoluzione delle perdite  complessive  di azoto reattivo di origine agricola; l’applicazione di alcuni metodi per ridurre le emissioni di ammoniaca provenienti da fertilizzanti inorganici e da effluenti di allevamento; il divieto di incenerimento dei rifiuti agricoli, dei residui del raccolto e dei rifiuti forestali. Il Copa Cogeca si è espresso su questa proposta formulando una serie di osservazioni tecniche e politiche essenzialmente finalizzate ad evitare aggravi economici e gestionali sulle piccole imprese, nonché la definizione di limiti e divieti troppo onerosi. Con specifico riferimento al divieto, attualmente previsto nella proposta di direttiva, di procedere alla bruciatura dei residui vegetali sul luogo di produzione, su richiesta di Coldiretti, il Copa Cogeca ha sollecitato l’inserimento, nel testo della Direttiva, di una specifica deroga, al fine di consentire la bruciatura di piccoli cumuli di residui, in quanto pratica agricola comunemente impiegata dalle imprese e da non considerare rischiosa per l’ambiente. E’ stata anche sottolineata la necessità di una maggiore attenzione al ruolo svolto dai piccoli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, che non devono essere pregiudicati e la necessità di evitare che l’imposizione di limiti si traduca in un aumento di oneri per le imprese. Per il resto, oltre ad alcune osservazioni per un migliore chiarimento dei testi, la posizione del Copa Cogeca è risultata del tutto equilibrata tra le esigenze di tutela ambientale e quelle del settore agricolo, con particolare riferimento agli allevamenti.

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