Sulla
proposta di revisione della Direttiva che fissa limiti nazionali di emissione
(cosiddetta Direttiva Nec), il Copa Cogeca (Comitato delle organizzazioni
professionali agricole e della cooperazione agricola dell’Unione europea) ha
formulato alcune osservazioni, al fine di sollecitare una maggiore attenzione
alle problematiche ed alle esigenze del settore agricolo, con speciale
riferimento alle piccole imprese. In particolare, la direttiva 2001/81/CE
stabilisce limiti nazionali di emissione annuali per ciascun Stato membro, da
conseguire entro il 2010, relativi al biossido di zolfo (SO2), agli ossidi di
azoto (NOx), ai composti organici volatili non metanici (Covnm) ed
all’ammoniaca (NH3).Come emerge dalla relazione di accompagnamento della nuova
proposta, i limiti erano stati fissati per ridurre l’inquinamento atmosferico
ed i loro impatti negativi sulla salute pubblica e l’ambiente in tutta
l’Unione, ma anche per conformarsi al protocollo di Göteborg (protocollo
adottato per la prima volta nel 1999, per ridurre l’acidificazione,
l’eutrofizzazione e l’ozono troposferico, fissando limiti massimali di
emissione in atmosfera di 4 inquinanti: zolfo, ossidi di azoto (NOx), composti
organici volatili (COV) e ammoniaca).Con la revisione della direttiva si
intende rivedere e aggiornare queste disposizioni per tenere conto dei gravi
rischi sanitari e degli impatti considerevoli sull’ambiente derivanti
dall’inquinamento atmosferico e per allineare la legislazione dell’Unione ai
nuovi impegni internazionali. In
particolare, per quanto riguarda il settore agricolo, la proposta della
Commissione prevede l’adozione e l’attuazione di programmi nazionali da parte
degli Stati membri, indicando possibili misure per la riduzione delle emissioni
di ammoniaca, di particolato carbonioso e per la prevenzione di impatti
negativi sulle piccolo imprese agricole. Tra le misure dirette al
settore agricolo, vengono proposte, in particolare: l’adozione di un codice nazionale
indicativo di buone pratiche agricole e per la corretta gestione dei residui
del raccolto; la definizione a livello
nazionale di un bilancio dell’azoto per monitorare l’evoluzione delle perdite complessive
di azoto reattivo di origine agricola; l’applicazione di alcuni metodi
per ridurre le emissioni di ammoniaca provenienti da fertilizzanti inorganici e
da effluenti di allevamento; il divieto di incenerimento dei rifiuti agricoli,
dei residui del raccolto e dei rifiuti forestali. Il Copa Cogeca si è
espresso su questa proposta formulando una serie di osservazioni tecniche e
politiche essenzialmente finalizzate ad evitare aggravi economici e gestionali
sulle piccole imprese, nonché la definizione di limiti e divieti troppo
onerosi. Con specifico riferimento al divieto, attualmente previsto nella
proposta di direttiva, di procedere alla bruciatura dei residui vegetali sul
luogo di produzione, su richiesta di Coldiretti, il Copa Cogeca ha sollecitato
l’inserimento, nel testo della Direttiva, di una specifica deroga, al fine di
consentire la bruciatura di piccoli cumuli di residui, in quanto pratica
agricola comunemente impiegata dalle imprese e da non considerare rischiosa per
l’ambiente. E’ stata anche sottolineata la necessità di una maggiore
attenzione al ruolo svolto dai piccoli impianti di produzione di energia da
fonti rinnovabili, che non devono essere pregiudicati e la necessità di evitare
che l’imposizione di limiti si traduca in un aumento di oneri per le imprese.
Per il resto, oltre ad alcune osservazioni per un migliore chiarimento dei
testi, la posizione del Copa Cogeca è risultata del tutto equilibrata tra le
esigenze di tutela ambientale e quelle del settore agricolo, con particolare
riferimento agli allevamenti.
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