martedì 17 luglio 2018

Ortofrutta: Cia, controlli maggiori per evitare problemi fitosanitari


 La richiesta degli Agricoltori Italiani dopo la notizia della vendita di pesche e albicocche con segni della Sharka.

Controlli fitosanitari più rigorosi per evitare la diffusione di patogeni pericolosi come la Sharka. Lo chiede Cia-Agricoltori Italiani, dopo la notizia del rilevamento di pesche e albicocche con segni evidenti della malattia in vendita in alcuni supermercati di Campania e Basilicata.

Rimaniamo sconcertati da questi episodi -osserva Cia-. Il sistema di controllo, per quello che è considerato un patogeno da quarantena, mostra delle falle evidenti. A oggi, infatti, gli unici interventi possibili per contenere il virus sono di tipo preventivo e consistono nell’estirpare rapidamente i focolai di infezione in campo prima che la malattia diventi endemica, oltre che impiegare materiale vivaistico sano. E’ chiaro, quindi, che i Servizi fitosanitari regionali debbano svolgere un’attività intensa di monitoraggio per verificare la presenza di infezioni su piante e frutti. Analogamente, non si può consentire che il prodotto estero contaminato entri nel canale distributivo con tale facilità. I segni della malattia sono peraltro evidenti a occhio nudo, consistendo in maculature concentriche sui frutti.

Non gestire bene il rischio da organismi nocivi -continua Cia- vuol dire esporre le aziende agricole a danni incalcolabili che incidono su investimenti e reddito, sulla loro stessa sopravvivenza. E altre emergenze attualmente presenti nel territorio nazionale ce lo dovrebbero insegnare.

 Per questo la prevenzione e i controlli, sia in campo che ai punti di ingresso del prodotto estero, devono essere rigorosi per tutelare al massimo gli agricoltori. Da tempo Cia-Agricoltori Italiani si batte perché anche in altri comparti esposti a rischi fitosanitari crescenti, come quello agrumicolo, l’attenzione sia sempre mantenuta alta. Auspichiamo che il nuovo Regolamento comunitario sulla sanità vegetale consenta realmente di stabilire un nuovo approccio di reciproca tutela tra Ue e Paesi terzi, anche attraverso liste di vegetali ad alto rischio e che in futuro si investano maggiori risorse rispetto a quanto fatto finora nei controlli, nell’aggiornamento degli ispettori fitosanitari e, soprattutto, nella prevenzione.

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