lunedì 23 luglio 2018

Pane, una storia d’amore lunga 14mila anni


Una nuova scoperta archeologica in Giordania ne data l’origine molto indietro nel tempo. Nelle antiche ciotole, tracce orzo, farro e avena

L’Italia vanta oggi un’antica tradizione e una particolare ricchezza e varietà di pani locali. Nel Belpaese esistono circa 200 tipi di pane. Nelle regioni settentrionali è ottenuto soprattutto da farine di grano tenero, mentre in alcune regioni del Centro e soprattutto del Sud viene anche utilizzata la semola di grano duro. Recentemente si è assistito alla valorizzazione e recupero dei cosiddetti pani tipici: attualmente alcuni risultano certificati con marchio DOP, come il pugliese “pane di Altamura” o con marchio IGP come “la Coppia ferrarese”, prodotto in Emilia Romagna o il laziale “pane casereccio di Genzano”. Si tratta di pani tradizionali, strettamente legati al territorio di produzione, che vengono prodotti secondo precisi disciplinari e presentano come caratteristica comune la lievitazione naturale che favorisce lo sviluppo di aromi particolari e li rende più digeribili e meglio conservabili.

Il pane è uno degli alimenti più diffusi al mondo con una storia che appare strettamente correlata allo sviluppo delle moderne civiltà. Si stima che le sue origini si risalgano a 14.400 anni fa quando gruppi di cacciatori-raccoglitori lo preparavano, utilizzando cereali selvatici. La scoperta – pubblicata su “Pnas”, la rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti – si deve alla collaborazione fra le università britanniche di Cambridge e University College di Londra con quella danese di Copenaghen.

Il pane più antico finora noto, che anticipa di 4mila anni la prima documentazione di questo alimento, è stato scoperto in un sito nella regione nord-orientale della Giordania, popolato dai cacciatori-raccoglitori del periodo mesolitico. Infatti alcuni resti carbonizzati trovati in un focolare rimasto intatto dopo l’ultimo utilizzo si sono rivelati proprio briciole di impasto di pane.  Gli studiosi non escludono che la necessità di avere a disposizione il pane possa avere spinto i cacciatori-raccoglitori a trasformarsi lentamente in agricoltori.

I ricercatori hanno analizzato 24 resti del pane più antico del mondo nelle ciotole trovate nel sito, scoprendo tracce di orzo, farro e avena: i semi erano stati raccolti, setacciati e impastati prima di essere cotti. Era un pane non lievitato, simile a quello trovato negli insediamenti più recenti, all’epoca della rivoluzione agricola del Neolitico e in quella romana.

Ancora da chiarire se la produzione e il consumo di pane da cereali selvatici abbia o meno influenzato la comparsa delle prime colture domestiche. Si trattava infatti di una popolazione in transizione dalla cultura dei cacciatori-raccoglitori a quella tipica delle popolazioni sedentarie.

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