le nostre eccellenze enogastronomiche, oltre ad essere una
rilevante risorsa economica per il Paese, rappresentano una straordinaria
occasione per valorizzare il potenziale dei nostri territori sotto il profilo
paesaggistico, storico-culturale e turistico, quale anello di congiunzione tra
produzione agricola e territorio.
Il vino è sicuramente uno dei settori trainanti del nostro
agri-food, sia a livello nazionale che internazionale e può essere davvero la
leva per l'avvio di un processo di sviluppo dei territori, basato sulla
diffusione di una conoscenza delle tipicità locali e sulla promozione di
un'offerta turistica sistematica ed integrata.
In tale contesto, d'intesa con le Regioni, e con il
coinvolgimento di tutti i rappresentanti della filiera, lo scorso 12 marzo ho
sottoscritto il Decreto sulle Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e
agli standard minimi di qualità per l'esercizio dell'attività enoturistica.
L'obiettivo è quello di creare un sistema che possa
raccordare le diverse attrazioni turistiche intorno all'enogastronomia,
favorendo un dialogo continuo e un coordinamento fra tutti i soggetti
coinvolti, le Regioni da un lato, e la filiera produttiva dall'altro.
Si tratta di un grande successo, utile a dare fiducia al
settore e fortemente strategico per l'economia del nostro Paese. Un passo
avanti importante, atteso, e necessario per regolamentare il settore e
promuovere il rapporto tra territorio, prodotti agroalimentari e turismo,
soprattutto nelle aree interne e nelle zone a forte vocazione vitivinicola.
Il testo del decreto, che ha già superato il controllo
preventivo di regolarità contabile, è attualmente al vaglio della Corte dei
Conti per la prossima pubblicazione
nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana.
Tale progetto si pone anche l'obiettivo di promuove la
conoscenza delle produzioni vitivinicole all'estero, al fine di attrarre la
domanda turistica nelle aree interne e rurali del nostro Paese.
È certamente un primo passo per favorire processi di
sviluppo economico e sociale anche in aree dove sussistono fenomeni di
spopolamento e frammentazione aziendale, richiamando l'attenzione del turista
sulle ricchezze di questi territori.
Mi preme inoltre rilevare che in tema di promozione
vitivinicola il Ministero è impegnato all'attuazione dell'OCM vino di cui
all'articolo 45 del Regolamento UE n. 1308 del 2013.
In base a tale noma e al Piano nazionale di sostegno del
settore vitivinicolo sono erogati annualmente circa 100 milioni di euro di
contributi per la realizzazione di iniziative di promozione del vino presso i
mercati dei Paesi terzi, contributi che coprono i costi sostenuti di
beneficiari al 50%.
Le attività che possono ricevere il sostegno sono:
- Azioni in materia
di relazioni pubbliche, promozione e pubblicità;
- Partecipazione e
manifestazioni, fiere ed esposizioni d'importanza internazionale;
- Campagne di
informazione;
- Studi per
valutare i risultati delle azioni di informazione e promozione.
Preciso che al Ministero compete la gestione del 30% delle
risorse sopra indicate, mediante l'emanazione di un avviso per la presentazione
di progetti di promozione definiti "nazionali", ossia di progetti di
promozione di una pluralità di territori nazionali. Il restante 70% è gestito
da Regioni e Province autonome ed è finalizzato al sostegno di progetti di
promozione che riguardano la singola Regione.
Attualmente, la normativa di riferimento è rappresentata dal
decreto ministeriale n. 60710 del 2017. Rilevo tuttavia che lo scorso 28 marzo
la Conferenza Stato Regioni ha sancito l'intesa su uno schema di decreto
ministeriale che abroga e sostituisce il citato decreto, avviando così l'iter
per lo stanziamento di contributi per l'implementazione della misura di
sostegno alla promozione dei prodotti vitivinicoli verso i Paesi terzi.
In tale contesto, la promozione ricopre un ruolo strategico
e permette di consolidare la reputazione delle nostre aziende ambasciatrici del
prodotto vitivinicolo quale eccellenza del Made in Italy all'estero.
Fonte. Mipaaft
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