venerdì 10 maggio 2019

Agricoltura sociale, piace ai giovani ma legge non decolla


Far crescere l'attenzione sull'agricoltura sociale, forma di welfare più inclusiva regolata da una legge del 2015, che piace ai giovani ma non riesce a decollare perché poco conosciuta. E' il risultato del progetto promosso da Cia-Agricoltori Italiani, il Patronato Inac, Ases, presentato al Senato ad un incontro concluso dal presidente Dino Scanavino, che ha impegnato 36 ragazzi in tutte le regioni italiane. Con il supporto dei giovani volontari del Servizio Civile Nazionale, si è voluto informare i soggetti potenzialmente interessati ad attivare sul territorio iniziative di agricoltura sociale e creare così un impatto positivo sulle fasce più deboli della popolazione. L'agricoltura sociale vanta migliaia di esperienze ed è regolata dalla legge 141/2015, di cui però ad oggi mancano i decreti attuativi. Eppure è altissimo l'interesse dei giovani per questa modalità di welfare a beneficio di persone in difficoltà.

Attraverso dei questionari redatti dai ragazzi, è emerso ad esempio che ben il 70% dei funzionari degli Enti locali non conosce la legge; il 37% delle aziende agricole dichiara di non sapere come avviare attività di agricoltura sociale e di avere difficoltà nell'organizzazione delle pratiche necessarie. Il 31% delle realtà interpellate non è inserita in reti sociali che le permettono di attivare progetti, di cui appena lo 0,6% riguarda istituti scolastici. Il 40% dei soggetti, infine, ha difficoltà nella formazione specialistica dei propri operatori. "Il nostro progetto ha portato alla luce come l'agricoltura sociale - ha detto il presidente Inac, Antonio Barile - possa davvero contribuire a un miglioramento del Servizio sanitario nazionale, che oggi spende 10 miliardi di euro per le ospedalizzazioni e solo 100 milioni nella prevenzione".(ANSA).

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