Ci mancava solo la tratta delle api regine. Sono sempre più
frequenti e mirati i furti di alveari: il fenomeno, nel giro di pochi anni, ha
assunto dimensioni nazionali con intensità e frequenze mai viste in passato. I
fatti denunciati in questi giorni a Torino – ai danni di un giovane apicoltore
cui hanno rubato 34 alveari – sono solo gli ultimi di una lunga serie.
A denunciarlo la FAI-Federazione Apicoltori Italiani, che
richiama l’attenzione sul furto sistematico di interi apiari (postazioni di più
alveari): ciò lascia presupporre l’esistenza di un vero e proprio “mercato
giallo-nero” che insidia e mina alle basi la nostra apicoltura e spezza le
gambe a chiunque abbia investito nell’allevamento delle api al fine di
integrare il proprio reddito.
«Un fenomeno che sa di criminalità organizzata – sottolinea
il presidente degli Apicoltori italiani Raffaele Cirone – e che deve essere
contrastato con idonei strumenti, oltre a quelli già disponibili (polizze
assicurative, videosorveglianza, arnie con antifurto e tracciamento
satellitare) per combattere l’intensificarsi dell’abigeato». E’ questa infatti
la natura del reato: furto aggravato di migliaia di alveari, prima sottratti e
poi ricettati.
«Ecco perché – sottolinea ancora il presidente Cirone –
facciamo appello alle Forze dell’Ordine affinché indirizzino la loro attenzione
anche verso questa particolare fattispecie di reato». La Federazione Apicoltori
Italiani, tutti gli apicoltori onesti dal loro canto, sono a disposizione delle
autorità competenti per individuare una strategia e collaborare ad una concreta
azione di contrasto a questo vergognoso e inaccettabile malcostume del nostro
tempo.
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